Cari amici motociclisti, il buon Marzio stà organizzando una “puntatina” in Corsica! Il periodo dovrebbe essere da giovedì 29/04 a Domenica 02/05. Chi è interessato lo può contattare per i dettagli del caso.
Marzio
bar.marzio@gmail.com
Ecco i precenti viaggi
2005
http://www.webbiker.it/archives/402
Ecco i precenti viaggi
2008
http://www.webbiker.it/archives/448
La Corsica è, per estensione, la quarta isola del Mediterraneo (dopo Sicilia, Sardegna e Cipro). Separata dalla Sardegna dal breve tratto delle Bocche di Bonifacio, emerge come una enorme catena montuosa ricca di foreste dal mar Mediterraneo, segnando il confine tra la sua parte occidentale, il mar Tirreno ed il mar Ligure. È universalmente conosciuta come il luogo natale di Napoleone (nato nel 1769 ad Ajaccio, un anno dopo che l’isola era stata occupata dal Regno di Francia).
Crocevia da 4000 anni di rotte e di popoli, con alle spalle una storia affascinante e complessa, l’isola che, secondo un’ormai consolidata leggenda, i Greci chiamarono Kallíste (la più bella), racchiude il suo volto più vero, indomito ed orgoglioso, nelle sue selvagge valli coronate da fitte foreste e montagne alpine, nell’austera – quasi contadina – cappella funebre di Pasquale Paoli (1725-1807), ancor oggi venerato come patriota.
Con circa un terzo del suo territorio protetto come parco nazionale, e gran parte del bellissimo litorale ancora immune dalle colate di cemento che hanno deturpato gran parte delle coste mediterranee, la Corsica, quasi spopolata (31 abitanti/km²), basa buona parte della sua economia sul turismo, che permette di raddoppiare all’incirca la sua popolazione d’estate. Alla ricettività, ben sviluppata e assortita per offerte e destinazioni (dall’alpinismo alla subacquea), si affianca la tradizionale economia agro-pastorale e vinicola, cui negli ultimi anni, pur tra difficoltà e contraddizioni, si aggiunge una timida apertura verso il terziario avanzato.
Il rapporto irrisolto tra la Corsica e la Francia, che la governa da 240 anni, è reso manifesto, oltre che dall’attaccamento della sua gente alla propria tradizione e alla propria lingua (u Corsu, definita «Lingua possente, e de’ più italiani dialetti d’Italia» da Nicolò Tommaseo) dagli indicatori statistici, che ne rivelano la crisi economica e sociale (perenne fanalino di coda nel Paese transalpino per natalità ed occupazione), e dalle sue forti spinte autonomistiche ed indipendentistiche, che si scontrano con la centralista Costituzione francese.